FAMSI – Codici Maya – Riassunto

Immagini di porzioni dei quattro Codici Maya

SUMMARIO:

Per quanto riguarda i Codici di Dresda, Madrid e Parigi, le edizioni più utilizzate sono forse i disegni contenuti nel libro di J. Antonio Villacorta e Carlos A. Villacorta “Códices Mayas”, che è stato pubblicato nel 1930-1933 e 1976-1977 in Guatemala. Questi sono stati disegnati a mano libera da Carlos A. Villacorta, e sebbene questi disegni abbiano ricevuto molti elogi per la loro notevole accuratezza in un numero così enorme di pagine (poco più di 200), credo che lo studio dei glifi maya abbia ormai raggiunto un tale livello che l’uso delle interpretazioni di Villacorta e Villacorta dovrebbe essere diventato obsoleto. Piccoli errori di disegno possono ora portare a più ampi fraintendimenti dei glifi, sia nei gambi che nella grammatica delle parole scritte. Il mio giudizio severo è probabilmente un’opinione di minoranza, comunque, e i disegni di Villacorta rimangono probabilmente le interpretazioni più frequentemente usate da coloro che scrivono articoli sui codici. I disegni di Villacorta si stampano bene per l’uso in questi articoli, e sono facili da usare. Ma sento che si può vedere di più, e più accuratamente, usando le foto.

I disegni di Villacorta sono stati alcune delle rappresentazioni più accessibili. Una ristampa del Villacorta Dresden è disponibile presso la Aegean Park Press (P.O. Box 2837, Laguna Hills, California 92654). (Non viene fornita alcuna data per la sua pubblicazione; forse era intorno al 1992). Una versione corretta o rinnovata del Dresda di Villacorta appare con il Dresda di Graz (1975).

Molto lavoro resta da fare per comprendere i codici maya. I testi sono spesso molto brevi, e quindi appaiono quasi criptici. In breve, i codici che abbiamo ora descrivono astronomia, almanacchi, cerimonie di Capodanno e profezie, ma penso che la comprensione dei passaggi nei codici, almeno fino a poco tempo fa, non sia avanzata tanto quanto la nostra comprensione del contenuto dei monumenti maya. Questo è un po’ ironico, dato che molte delle prime incursioni nella nostra comprensione dei glifi sono derivate dai passaggi calendariali dei codici. (C’è qualcosa di universale nel linguaggio della matematica).

Nella stesura di questa rapida panoramica dei codici maya e delle loro copie (sia in facsimile che in forma di libro), mi sono basato molto sulle seguenti fonti:

Cooper, Roger J., (Note fornitemi su): “The Dresden Codex”, “The Madrid Codex”, “The Paris Codex”, “The Grolier Codex”, nessuna data indicata, ma intorno al 1995.

Gates, William E., “The Dresden Codex”, libretto con The Dresden Codex, The Maya Society, Baltimora, Maryland, 1932. Disponibile, con una copia della resa di Gates del Codice Dresda, presso: http://www.wayeb.org/download/resources/dresden01.pdf.

Larned, J. N., editore, “Librerie: Francia: The Bibliothèque Nationale”, in History for Ready Reference, from the Best Historians, Biographers, and Specialists, vol. 3 (pp. 2010-2012), The C. A. Nichols Co., Springfield, Mass.
(Questo è un articolo che include informazioni sulla storia della Bibliothèque nationale de France). Il vol. 3 è accessibile a: http://books.google.com/books?id=bIghAQAAMAAJ

Porter, James B., “The Paris Screenfold”, illustrazioni archiviate di alcune pagine di Parigi esistono ancora qui: http://web.archive.org/web/20030827025822/http://mayaglyphs.net/paris/paris.html.

Stuart, George E., “Introduzione” in Bruce Love, The Paris Codex: Handbook for a Maya Priest, University of Texas Press, Austin, 1994.

Stuart, George E., “Quest for Decipherment: A Historical and Biographical Survey of Maya Hieroglyphic Investigation” in Danien, Elin C., and Robert J Sharer, Editors: New Theories on the Ancient Maya, University Museum Monograph 77, The University Museum, Philadelphia, 1992.

Stuart, George E., (Recensione): “Los Codices Mayas” in Archaeoastronomy, Volume IX (1-4), pp. 164-176, College Park, Maryland, 1986.

Vail, Gabrielle, and Christine Hernández, 2005-2011 “The Maya Codices Database”, Versioni 2.0 e 3.0; il sito web e il database della versione 3.0 sono disponibili a http://www.mayacodices.org/.

Inoltre, un eccellente e dettagliato riassunto delle storie note dei codici è dato in: Bricker, Harvey M. and Victoria R. Bricker, Astronomy in the Maya Codices, Memoirs of the American Philosophical Society, volume 265, American Philosophical Society, Philadelphia, 2011, pp 3-28.

FAMSI apprezza molto la revisione storica di Randa dei quattro codici Maya. Gli spettatori sono invitati a contattare Randa Marhenke via e-mail:

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