Tag (I) (2018)

Avevo amato l’idea, basata su una storia vera, la pubblicità era interessante e il cast è di talento (Jeremy Renner, Isla Fisher e John Hamm in particolare hanno dimostrato di essere più che capaci in molte cose). Tag’ aveva il potenziale per essere un film divertente e intrigante, a prescindere dalla sua ricezione mista da parte della critica.
Tag si è rivelato essere proprio questo, divertente e intrigante con alcune emozioni sopra le righe e alcuni momenti teneri. È lungi dall’essere perfetto e non è grande o uno di quei film indimenticabili dei secoli, con contenuti che non saranno per tutti i gusti, ma mi ha fatto sorridere e ridere e c’è stato molto impegno. Né uno dei migliori film dell’anno né il peggiore, invece è da qualche parte nel mezzo, il che non è una posizione troppo brutta in cui trovarsi.
Sembra buono, brillante, elegante e a volte intelligente, mai incoerente. La musica piace all’orecchio e non è affatto male. La regia mostra una facilità con il materiale e permette al cast e alla loro chimica di brillare. Gran parte di ‘Tag’ va ad un ritmo vivace e il cast è per lo più stellare, Jeremy Renner e Isla Fisher sono particolarmente bravi.
Una buona parte del film è molto divertente e spesso esilarante. In realtà non sono sempre un fan della commedia di bassa lega, sono più un tipo di persona sofisticata, spiritosa e sottile (e anche dark e screwball), ma ci sono momenti in cui è fatta bene grazie all’arguzia, al tempismo acuto e ai tempi comici del cast e ‘Tag’ è uno di questi esempi. Ci sono anche alcuni momenti commoventi e teneri che rendono il gioco del tag interessante ed eccitante.
Tuttavia, ‘Tag’ non è perfetto. L’inconsistenza della storia si mostra in momenti di rallentamento in alcune scene estranee (in particolare quelle drammatiche). Il film a volte eccede nel sentimentalismo, nel finale appiccicato (o così sembrava), così come nell’esagerazione.
Mentre la maggior parte del cast va bene, la recitazione eccessiva di Leslie Bibb diventa piuttosto fastidiosa. Non ho visto la necessità del personaggio di Jake Johnson quando non viene fatto nulla con lui, solo un esempio di uno stereotipo appena lì. Sono d’accordo che alcuni dei contenuti sono di cattivo gusto, non sono sorpreso dall’offesa che le battute/parti sull’aborto spontaneo hanno suscitato (si sa che le cose trovate controverse vengono gonfiate a dismisura nei film, non questa volta che è una delle cose peggiori che si possano affrontare).
In conclusione, un film irregolare ma piacevole. 6/10 Bethany Cox

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