Recensione: Pondering All of Life’s ‘What Ifs’ in ‘Is That You?’

“Non c’è un giorno nella mia vita in cui non abbia pensato, ‘What if? dice Ronnie (Alon Aboutboul) in “Is That You?”, un piccolo film dolceamaro e adorabile. Quasi tutti quelli che incontra hanno una storia di rimpianto, o un tenue sentimento di dolore. Eppure tra le sorprese di questo film c’è il fatto che ogni scena trasuda ancora affetto.

“Is That You?” inizia con Ronnie in Israele, dove viene licenziato dal suo lavoro di proiezionista cinematografico. Si imbarca su un volo – la sua prima volta su un aereo nei suoi 60 anni – per visitare suo fratello in America. In poco tempo, decide di rintracciare Rachel, l’amore della sua vita, che non vede da decenni.

Il viaggio che ne risulta lo porta in giro per lo stato di New York e poi in Canada, con alcune disavventure standard: Le identità vengono scambiate, le auto si rompono, si incontrano strani personaggi. Alla fine, e a malincuore, si allea con Myla (Naruna Kaplan de Macedo), una cineasta in erba che vuole accompagnarlo e registrare la sua ricerca.

Anche se la sceneggiatura a volte forza la bizzarria – una scena in cui i vestiti della coppia vengono rubati, costringendoli a vestirsi con abiti da cowboy, è eccessiva – le emozioni suonano sempre vere. Il signor Aboutboul usa la sua faccia trasandata per sottolineare i momenti dolorosi (e per esaltare quelli comicamente scomodi), mentre la signora Kaplan de Macedo, qui sottoutilizzata, proietta calore e un fragile ottimismo.

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