L’effetto del deprenile (selegilina) sulla storia naturale del morbo di Parkinson

Abstract

Gli effetti dell’MPTP (1-methyl-4-phenyl-1,2,3,6-tetraidropiridina), una neurotossina che produce i sintomi del morbo di Parkinson, possono essere completamente evitati negli animali da esperimento inibendo la monoamino ossidasi B. Sulla base di questa osservazione, è stato avviato uno studio in doppio cieco, controllato con placebo in pazienti con malattia di Parkinson precoce per determinare se il deprenyl (un inibitore selettivo della monoamino ossidasi B) avrebbe ritardato la necessità della terapia con L-dopa rallentando la progressione della malattia. Cinquantaquattro pazienti sono stati assegnati in modo casuale a gruppi di trattamento con deprenyl (10 mg/giorno) o placebo e seguiti fino a quando la terapia con L-dopa era indicata o fino a quando il paziente era stato nello studio per 3 anni. L’analisi delle curve di sopravvivenza Kaplan-Meier per ogni gruppo ha mostrato che il deprenyl ha ritardato la necessità della terapia con L-dopa; il tempo medio fino a quando la L-dopa era necessaria era di 312,1 giorni per i pazienti nel gruppo placebo e 548,9 giorni per i pazienti nel gruppo deprenyl. La progressione della malattia, monitorata da cinque diverse scale di valutazione, è stata rallentata (dal 40 all’83% all’anno) nel gruppo deprenyl rispetto al placebo. Pertanto, la terapia deprenilica precoce ritarda la richiesta di farmaci antiparkinsoniani, possibilmente rallentando la progressione della malattia.

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