L’Antologia del Rap: Lyrics As Poetry

Introduzione

L’Antologia del Rap è la prima antologia di testi che rappresenta la storia registrata del rap dalla fine degli anni 70 ad oggi. Racconta la storia del rap come poesia lirica. I testi inclusi vanno dalla trascrizione di una performance dal vivo del 1978 di Grandmaster Flash e (gli allora) Furious Four alle ultime innovazioni poetiche di Jay-Z, Mos Def, Jean Grae e Lupe Fiasco. Lo scopo dell’antologia è triplice: (1) distillare, trasmettere e preservare la tradizione poetica del rap nel contesto della cultura orale afroamericana e del patrimonio poetico occidentale; (2) stabilire una storia culturale ampia e inclusiva del rap sulla base della sua fondamentale natura letteraria e artistica; e (3) fornire strumenti con cui leggere i testi rap con attenzione.

Rap e hip-hop non sono sinonimi, sebbene siano così strettamente associati che alcuni usano i termini in modo intercambiabile. Altri li investono di valori distinti – o il rap descrive la musica commercializzata e l’hip-hop i suoni dell’underground; o il rap suggerisce uno stile grintoso (come nel gangsta rap) e l’hip-hop un approccio più politicamente e socialmente consapevole (come nel backpack hip-hop). Alla fine della sua canzone “HipHop Knowledge”, il leggendario artista e produttore rap KRS-One spiega succintamente la distinzione: “La musica rap è qualcosa che facciamo, ma l’hip hop è qualcosa che viviamo”. Hip-hop, in altre parole, è un termine ombrello per descrivere la cultura multiforme di cui il rap non è che una parte. Gli MC, i maestri di cerimonia dell’hip-hop, sono i suoi artisti letterari. Sono i poeti, e il rap è la poesia della cultura hip-hop.

L’hip-hop è emerso dall’impoverito South Bronx a metà degli anni 70. Sfidando le circostanze, una generazione di giovani – per lo più neri e bruni – ha creato una ricca cultura di parole e canzoni, di arte e movimento. Il rap era la voce di questa cultura, l’analogo linguistico dei passi di danza ipercinetici, dei vagoni della metropolitana vividamente dipinti e dei break beat abilmente miscelati. “Il rap era la conclusione finale di una generazione di persone creative oppresse dalla realtà della mancanza”, spiega KRS-One. I pionieri dell’hip-hop hanno modellato nel rap una forma d’arte che attinge non solo dagli idiomi popolari della diaspora africana, ma dall’eredità del verso occidentale e dalle tradizioni musicali del jazz, del blues, del funk, del gospel e del reggae. Questi giovani artisti si appropriarono della lingua inglese, piegandola ai loro scopi espressivi. Nel corso del tempo, la poesia che hanno messo a ritmo avrebbe comandato le orecchie del loro isolato, del loro quartiere, della loro nazione, e infine del mondo.

Il rap oggi porta l’eredità di questa generazione inaugurale e, di conseguenza, è giustamente associato alla cultura afroamericana. Allo stesso modo, è una forma di espressione governata da un insieme di convenzioni disponibili a tutti e vivificate dalla creatività di chiunque impari la storia del rap e padroneggi il mestiere del rap. Questo aiuta a spiegare come il rap – e la cultura hip-hop in generale – sia stata abbracciata da persone di tutte le razze e nazioni. È ora la lingua franca della cultura giovanile globale, varia nelle sue espressioni ma radicata in un passato comune.

Al tempo stesso, il rap ha ispirato un acceso dibattito riguardo ai suoi discorsi e soggetti espliciti. Per alcuni, il rap costituisce un coro di voci gradite, precedentemente soppresse; per altri, presenta un preoccupante segno di disordine culturale. Al di là della sua controversia, tuttavia, una tradizione lirica hip-hop ha preso forma attraverso gesti e forme poetiche che i rapper hanno sviluppato nel tempo. Il consistente corpo di letteratura che è emerso è sia legato che distinto dalla poesia del passato. Negli ultimi trent’anni il rap ha guidato una rinascita della parola, guidando un ritorno alla poesia nella vita pubblica.

Anche se il rap è ora ampiamente diffuso nella cultura americana, deve ancora raggiungere un adeguato riconoscimento come poesia, anche se le università lo incorporano nei curricula di inglese, studi afroamericani e musica. Solo poche antologie di poesia contengono testi rap. Quelle che lo fanno, come la Norton Anthology of African American Literature e From Totems to Hip Hop di Ishmael Reed, lo fanno in modo rappresentativo. Libri come Shakespeare Is Hip Hop di Flocabulary e Hip Hop Poetry and the Classics di Alan Sitomer e Michael Cirelli offrono strumenti efficaci e divertenti per usare il rap per insegnare la poesia canonica agli studenti delle scuole medie e superiori, ma non illuminano la distinta tradizione poetica del rap.

Questo volume tratta il rap come un corpo di testi che risponde alla trascrizione, alla spiegazione e all’analisi come poesia. I testi inclusi offrono una sorta di laboratorio del linguaggio per coloro che sono interessati ai principi della poetica. Infatti, lo studio del rap è un mezzo efficace per introdurre le forme e i concetti chiave che definiscono la tradizione poetica: i rapper abbracciano le chiare qualità sonore del ritmo e della rima, fanno ampio uso di figure e forme come la similitudine e la metafora, fanno della narrazione una componente chiave della loro arte, ed enfatizzano lo spirito di competizione un tempo centrale nella poesia.

Come ogni corpo di poesia può essere studiato da molte angolazioni, così anche il rap. Gli approcci praticabili all’estetica del rap abbondano. Da una prospettiva formale, si potrebbe guardare alle figure retoriche di una canzone, alle sue qualità sonore locali, o alle sue revisioni delle convenzioni di genere. Un interesse negli studi culturali porterà probabilmente a situare il rap in relazione ai suoi contesti sociologici, geografici o razziali. Una gamma di approcci storici sembra rilevante nel considerare il rap come un’arte, sia che ciò significhi concentrarsi sulla relazione di una canzone alla poesia orale afroamericana del passato lontano o recente, o alla poesia lirica in lingua inglese da Beowulf fino ad oggi, o alla vasta gamma di testi di canzoni popolari commerciali in generale – tutti corpi di poesia con storie ricche e varie, di cui anche il rap fa parte. Come attestano i testi di questo libro, il rap è stato e rimane molte cose per molte persone; forse l’approccio più saggio è quello di una forma d’arte tanto capiente quanto la forma d’arte stessa.

Estratto da The Anthology of Rap

Edited by Adam Bradley and Andrew DuBois

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