Il golfo – lungo circa 900 chilometri e largo 500 – è un’importante via d’acqua per il trasporto del petrolio del Golfo Persico. Insieme al Mar Rosso, con cui si collega a nord-ovest attraverso il canale di Bab el Mandeb, forma una via di trasporto del petrolio essenziale tra l’Europa e l’Estremo Oriente.
Il Golfo di Aden, che corre in direzione ovest-est, e il Mar Rosso sono stati utilizzati per migliaia di anni per la pesca, il commercio e il trasporto. Situato sulla grande rotta commerciale Mar Mediterraneo-Oceano Indiano, il golfo era una via d’acqua strategica ricercata da Portogallo, Turchia e Gran Bretagna nel XVI secolo. La Gran Bretagna prevalse e dominò il golfo nel XIX secolo.
Quando l’esercito britannico si ritirò dalla zona alla fine degli anni ’60, l’uso del golfo diminuì a causa della chiusura del canale di Suez. L’Egitto rinnovò e riaprì il canale nel 1975, stimolando nuovamente l’attività nel golfo.
Negli ultimi anni, il golfo ha ricevuto molta attenzione a causa della pirateria, del terrorismo e del contrabbando di rifugiati. Nell’ottobre 2000, attentatori suicidi hanno attaccato e quasi affondato il cacciatorpediniere statunitense Cole nel golfo, e nel 2002 la petroliera francese MIV Limburg, che trasportava greggio del Golfo Persico, è stata attaccata.
Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), 142 persone sono morte e altre 40 sono scomparse tra il 12-23 gennaio di quest’anno mentre cercavano di attraversare il Golfo di Aden dal Corno d’Africa alla costa dello Yemen per ottenere lo status di rifugiato.
Lo scorso settembre l’UNHCR ha chiesto un’azione internazionale per arginare il flusso di persone che cadono preda dei contrabbandieri dopo che almeno altri 150 passeggeri sono morti in un periodo di tre settimane. L’agenzia per i rifugiati e le autorità locali hanno fatto opera di sensibilizzazione tramite trasmissioni radiofoniche e produzioni video sui pericoli dell’uso dei contrabbandieri per attraversare il Golfo di Aden.
L’isola vista nell’immagine al largo della punta della Somalia è Socotra, che fa parte di un arcipelago (non visibile). Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), il gruppo di isole è di importanza globale per la biodiversità e l’endemismo delle specie, con oltre un terzo della sua flora e fauna che non si trova da nessun’altra parte.
Socotra è stata isolata biologicamente ed è rimasta praticamente intatta dallo sviluppo moderno. L’acqua intorno all’arcipelago rimane incontaminata, non essendo stata alterata dall’inquinamento costiero o dallo sfruttamento eccessivo.
Il Medium Resolution Imaging Spectrometer (MERIS) di Envisat ha acquisito questa immagine il 1° marzo 2005.