Esiodo (700 a.C. circa) insieme a Omero, è uno dei primi poeti epici greci quasi leggendari. Le sue opere non sono di lunghezza paragonabile a quelle di Omero. I poemi di Esiodo non sono epici per la loro lunghezza, ma per il loro linguaggio.
Esiodo ha composto due opere complete che sono arrivate fino a noi, la Teogonia e le Opere e i Giorni, entrambe composte nella tradizione orale. Varie altre opere gli sono attribuite, correttamente o erroneamente, tra cui lo Scudo di Ercole, il Catalogo delle donne, i Precetti di Chirone, la Melampodia e un’Astronomia, tutte piuttosto frammentarie. Sfortunatamente, il racconto di Esiodo che lo coinvolge in una gara di poesia con Omero è più che certamente falso.
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La Teogonia
La Teogonia è composta da circa mille righe di esametri ed è un racconto unico delle divinità della Grecia e del loro lignaggio. Esiodo sostiene, come molti altri poeti epici, di essere stato ispirato dalle Muse e dice al suo pubblico che ciò è accaduto “mentre pascolava i suoi agnelli sotto il santo Elicona” (Theo. 22).
La Teogonia copre queste aree principali:
- L’inizio del mondo con il Caos, seguito da Gaia, Tartaro, ed Eros (questo passaggio è menzionato vicino all’inizio del Simposio di Platone)
- La creazione di Urano da parte di Gaia, e la loro educazione dei Titani, Ciclopi e altri giganti
- Il racconto della castrazione di Urano da parte di Crono
- L’educazione di Crono e Rea degli dei dell’Olimpo, e come Crono mangiò gli dei appena nati, con il solo Zeus sopravvissuto, che poi costrinse Crono a vomitare gli altri Olimpi
- La storia di Prometeo (un altro Titano) e come fu punito da Zeus per aver dato il fuoco agli umani
- La Titanomcahy, una battaglia tra i Titani e gli Olimpi che Zeus vinse, gettando i Titani e Tifeo nel Tartaro
- Un passaggio dedicato a Zeus e alle sue molte mogli, l’ultima delle quali fu Hera
- La nascita di Ercole
- La prole di dee e uomini mortali, che più tardi ebbe due righe aggiunte in modo che portasse al Catalogo delle donne
Ritratto di Esiodo di Carole Raddato (CC BY-NC-SA)
Le Opere e i Giorni è composto da 828 esametri. Le ‘Opere’ si riferiscono agli avvenimenti dell’anno agricolo, e i ‘Giorni’ (che sono registrati a partire dalla riga 765 circa) si occupano di registrare i giorni del mese in cui è fortunato o sfortunato fare certe cose. Di nuovo, il poema inizia con un appello alle Muse, ma poi si rivolge al fratello di Esiodo, Perse, esortandolo a mettere da parte la loro disputa: “Perses, metti queste cose nel tuo cuore, e non lasciare che quello Strife che si diletta di malizia trattenga il tuo cuore dal lavoro…” (W.D. 28).
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Le Opere e i Giorni possono essere suddivisi in queste aree principali:
- Una giustificazione del duro lavoro dell’uomo e della sua necessità di agire con giustizia, spiegata attraverso miti e morali, come quelli di Prometeo, Pandora, e la favola del falco e dell’usignolo
- Istruzioni a Perse su come essere un buon agricoltore (le ‘opere’)
- Consigli sul commercio marittimo
- Proverbi sulle aspettative religiose e sociali
- Giorni fortunati e sfortunati (i ‘giorni’)
Non si sa molto della vita reale di Esiodo. Egli dice che suo padre lasciò la sua casa a Cyme Etolia perché la sua vita di commercio marittimo non era redditizia; “si stabilì vicino a Helicon in un miserabile villaggio, Ascra, che è cattivo in inverno, afoso in estate, e buono in nessun momento.” (W.D. c. 640) e ci sono vari altri passaggi nei suoi poemi che si riferiscono alla sua vita reale. Anche il luogo della sua morte è controverso; o Locride, o Orcomeno in Beozia, dove c’era una tomba per lui.
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