Dexrazoxane: una revisione del suo uso per la cardioprotezione durante la chemioterapia con antracicline

Dexrazoxane (Cardioxane, Zinecard, un derivato ciclico dell’acido edetico, è un agente cardioprotettivo sito-specifico che protegge efficacemente dalla tossicità cardiaca indotta dalle antracicline. Il dexrazoxane è approvato negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei per la cardioprotezione in donne con cancro al seno avanzato e/o metastatico che ricevono doxorubicina; in altri paesi il dexrazoxane è approvato per l’uso in una gamma più ampia di pazienti con cancro avanzato che ricevono antracicline. Come dimostrato negli studi clinici, il dexrazoxane per via endovenosa riduce significativamente l’incidenza dell’insufficienza cardiaca congestizia (CHF) indotta dall’antraciclina e gli eventi cardiaci avversi nelle donne con cancro al seno avanzato o negli adulti con sarcomi dei tessuti molli o cancro del polmone a piccole cellule, indipendentemente dal fatto che il farmaco sia somministrato prima della prima dose di antraciclina o che la somministrazione sia ritardata fino a quando la dose cumulativa di doxorubicina sia > o =300 mg/m2. Il farmaco sembra anche offrire una cardioprotezione indipendentemente dai fattori di rischio cardiaco preesistenti. È importante notare che è improbabile che l’efficacia antitumorale delle antracicline venga alterata dall’uso del dexrazoxane, anche se non è stato dimostrato che il farmaco migliori la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza globale dei pazienti. Attualmente, l’efficacia cardioprotettiva del dexrazoxane in pazienti con tumori maligni infantili è supportata da dati limitati. Il farmaco è generalmente ben tollerato e ha un profilo di tollerabilità simile a quello del placebo nei pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia a base di antracicline, ad eccezione di una maggiore incidenza di leucopenia grave (78% vs 68%; p < 0,01). Dexrazoxane è l’unico agente cardioprotettivo di provata efficacia nei pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia con antracicline ed è una valida opzione per la prevenzione della cardiotossicità in questa popolazione di pazienti.

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